ROMA – Due modelli, due segmenti di mercato differenti, ma entrambi parte della grande famiglia Land Rover. La gamma Range Rover Evoque e quella di Land Rover Discovery Sport alimenta il proprio potenziale di mercato mettendo mano ai propulsori. Benzina e diesel sono votati alla prestazione, senza mai sottovalutare l’efficienza. Così si presenta la serie di motorizzazioni Ingenium che si offre nelle edizioni Si4 da 240 cv e 290 cv, e diesel Sd4 da 240 cv.
Motorizzazioni che condividono la cubatura unitaria di 500 centimetri cubici, così come alcune delle componenti, indipendentemente dal tipo di alimentazione. L’Si4 impiega condotti di scarico integrati, iniezione diretta a 2000 bar e turbocompressore twin scroll. Mentre l’Sd4 adotta due contralberi e i supporti idraulici attivi del motore. Senza dimenticare come l’ingegnerizzazione del sistema di ricircolo dei gas di scarico (EGR), annoveri un circuito raffreddato a bassa pressione in aggiunta a quello ad alta pressione, così da abbassare il più possibile i livelli di emissioni nocive.
Quanto ai numeri, il 240 cv Ingenium benzina è ora del 15% più efficiente. Più in generale, le tecnologie di riduzione degli attriti di questi propulsori garantiscono vantaggi pratici in tema di emissioni di CO2 e consumi. Ma sanno il fatto loro quando di stratta di performance. L’altro benzina Ingenium da 290 cv ad esempio, proietta l’Evoque da 0 a 100 km/h in 6,3 secondi, e le consente di raggiungere una velocità massima di 231 km/h.
Ma se la questione non verte solo sulla prestazione pura, ma tocca le corde della parsimonia, è da sottolineare come la commercializzazione dell’Evoque 150 cv eCapability 4×2 faccia registrare emissioni di 109 g/km di CO2 (ciclo combinato) e un consumo di 4,2 l/100 km. Sia la Range Rover Evoque, sia la Land Rover Discovery Sport, quando equipaggiate con l’unità Si4 da 290 cv, sono dotate del pacchetto esterno Dynamic, che valorizza un’estetica votata al dinamismo.